Da zero a digital » Newsletter n° 22
Newsletter n° 22 » 4 giugno 2023
In questa newsletter parliamo di:
Digital parenting: cos’è e come proteggere i nostri figli online
GPT-4 nel paese di Acchiappacitrulli
Come TikTok prova a convincere l’Europa
“Se non lo puoi riparare, non è tuo”: un introduzione al movimento per il diritto alla riparazione
/tech
▶ Digital parenting: cos’è e come proteggere i nostri figli online
Il digital parenting o genitorialità digitale è l’insieme di comportamenti che i genitori dovrebbero adottare per regolare il tempo trascorso dai propri figli online. Una sfida e un’importante responsabilità, ma anche un’ottima opportunità per aiutarli a diventare cittadini digitali più responsabili. Ecco alcuni utili consigli.
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/intelligenza artificiale
▶ GPT-4 nel paese di Acchiappacitrulli
La logica che presiede all’attribuzione della responsabilità dell’IA generativa è la medesima del paese di Acchiappacitrulli. Come nel paese in cui Collodi aveva fatto finire il suo povero burattino, infatti, le vittime di un reato diventano, ai sensi dei termini d’uso, i colpevoli del reato medesimo. Vediamo perché.
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/social
▶ Come TikTok prova a convincere l’Europa
Due settimane dopo che l’Unione Europea ha annunciato il divieto di TikTok sui dispositivi dei funzionari per problemi di sicurezza, la piattaforma ha annunciato un piano per salvaguardare al meglio i dati degli utenti europei e britannici. In realtà, già nel 2021 TikTok ha definito per l’Europa una strategia di governance dei dati che ne prevede la conservazione a livello locale, minimizzandone i flussi al di fuori del continente e limitandone l’accesso ai dipendenti. Ma ora il social cinese ha deciso di massimizzare questa strategia con il piano “Project Clover”, una sorta di versione europea del già noto “Project Texas”, presentato da TikTok per riportare i dati degli utenti statunitensi su server basati negli Usa e gestiti dalla società Oracle, con il chiaro obiettivo di allentare le tensioni tra la piattaforma e il governo del Paese.
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/diritti digitali
▶ “Se non lo puoi riparare, non è tuo”: un introduzione al movimento per il diritto alla riparazione
Secondo un rapporto dell’International Telecommunication Union, nel 2019 c’è stato un record di 53.6 milioni di tonnellate di prodotti elettronici scartati, ma solo il 17.4% di questi dispone di documentazione che attesta un corretto riciclo. Un’infografica dello stesso anno, presente sul sito del Parlamento Europeo, riporta che mediamente in Europa meno del 40% dei prodotti elettronici vengono correttamente riciclati, e per quanto riguarda computer e telefoni, si scende al 14%.
Per quanto si potrebbe sicuramente fare di più per incrementare queste percentuali, è tuttavia importante sottolineare che non si può riciclare all’infinito. Da un punto di vista ambientale, infatti, il dispositivo più ecologico è quello che già si possiede – senza contare lo sfruttamento di terre rare con i dannosi processi estrattivi e rischi geopolitici che ciò comporta.
È per questo e altri motivi che nasce il diritto alla riparazione: un movimento volto a rimuovere le barriere che impediscono alle persone di riparare e modificare i propri dispositivi.
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