Linee di costruzione
Dello sfatare questa mia fascinazione per la pagina bianca.
Di fronte a chi sceglie un quaderno a righe o a quadretti ho sempre risposto, con tono di scherno, che io preferisco un quaderno bianco perché non ho problemi a scrivere “dritto” o a disegnare senza il supporto di rigatura o quadrettatura.
Qualche giorno fa ho visitato per la prima volta Castel Del Monte, costruzione a pianta ottagonale, scelta, si dice, in quanto figura geometrica a metà tra il terreno – rappresentato dal quadrato — e il divino — rappresentato dal cerchio.
Questo ha stimolato nella mia testa i ricordi dei tanti anni di disegno tecnico fatti tra le scuole medie e le scuole superiori, invano: ho comunque provato a disegnare la pianta ottagonale con torri ottagonali di Castel Del Monte a mano libera, con risultati indecorosi.
Servono linee di costruzione, rendono tutto più facile e permettono di ricordare al cervello e alla mano il “da cosa nasce cosa”: mi sono ricordato di quante volte il mio professore di disegno tecnico mi ha ammonito per la mia mano “pesante” che tendeva a calcare troppo anche le linee di costruzione, sui cui occorre essere leggeri seppur precisi.
C’era e c’è ancora la tendenza, come approccio mentale trasferito alla mano, di voler andare subito sul “definitivo”, sul “già pronto”, occultare ogni segno di costruzione, evitare ogni tipo di supporto.
La riflessione di inizio anno che condivido è quindi questa: dov’è che hai bisogno di esplicitare le linee di costruzione, per aiutarti? Dov’è che stai “calcando la mano” saltando subito su qualcosa di “finito”, senza pensare al “da cosa nasce cosa”?