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May 7, 2021

sistemare i segnalibri #85

Abbiatefedez! Sono Gualtiero Bertoldi, è venerdì mattina invece del solito giovedì mattina, breve vita a tutti i brevetti, hanno chiuso LiveLeak, THINK MARK, e questi sono i segnalibri da sistemare della settimana.


sistemare i segnalibri

  1. Alexander Rodchenko - un po’ di foto di uno dei più versatili artisti russi della prima metà del novecento.

  2. Carcinisation - tutto è, o diventerà, granchio.

  3. L’attacco degli scarafaggi - nuovi e bizzarri passi avanti nel tetro campo della guerra biologica.

  4. Massoneria - tag yourself: io sono “Knight of the Brazen Serpent”.

  5. Il porno senza il porno - diversi film porno, più o meno storici e famosi, dai quali è stata espunta la componente principale, inventando così un nuovo genere: il porno SFW.

  6. Adult content consumption in online social networks - e già che ci siamo: come si auto-organizzano le reti online di materiale porno, e quanto influiscono sulle maggiori reti social.

  7. Lighthouse map - una mappa di tutti i fari del mondo attivi in questo esatto momento.

  8. noirlac - pixel art e animazione ultraminimalista.

  9. The Ladies-in-Waiting - un fumetto di Santiago García e Javier Olivares.

  10. Altre di B - se nel 2014 non stavate ascoltando alt punk indie rock bolognese, io allora boh, proprio non so.

  11. El Parque de los Desvelados - mete ideali per tornare a viaggiare: una bella passeggiata fra teschi giganti e carcasse di automobili.

non hanno funzionato

  • http://eng.anarchopedia.org/Main_Page


questa volta: *gif che mancavano*


il pezzo: [ctr + alt + canc]el culture [medio - breve]

Una volta era diverso. Una volta bonificare i campi dalle mine era una operazione seria: il rischio mortale, il risultato salvifico. Ogni terreno era una storia a sé, identica nei modi, multiforme negli sviluppi – l’individuazione iniziale, le rilevazioni successive, la localizzazione a volte fortunata, molto spesso no. Le distese affrontate dagli sminatori, i terreni di quello che si configurava come un gioco che richiedeva velocità e pazienza assieme, potevano essere più o meno grandi, più o meno infestati da ordigni di varia natura; sempre, però, il maggior problema era quello del passo iniziale, un salto casuale e cieco nella uniformità grigia del campo. L’operazione di bonifica partiva da un atto di fede, un passo con il quale inquadrare una minuscola zona del campo sulla quale sistemarsi per poi procedere allo sminamento. Una volta selezionata la zona, ci si spostava sopra, e, se si aveva fortuna, se la zona era sgombra da mine o bombe, si poteva allora ripulirla, per passare poi alle circostanti, segnando i punti di possibile pericolo con piccole banderuole rosse. Se non si aveva fortuna, si quantificavano i danni e, appena possibile, si riprendeva con qualche altro campo; ma a ogni nuova sortita, a ogni nuovo tentativo il rischio di partenza era identico: totale. Le successive probabilità di trovare altri ordigni potevano essere alte o basse – si poteva scegliere un campo che si sapeva facile, con pochi ordigni, risparmiato dalla furia degli esplosivi, oppure un campo che si sapeva già quasi interamente letale, pullulante rovina. Gli sminatori non mancavano mai: c’erano i professionisti, quelli che iniziavano le loro giornate esclusivamente da campi difficili, per poi durante la giornata graduare al basso la difficoltà del loro operare; c’erano i dilettanti, gente che si buttava a caso dentro un campo e vi procedeva senza prestare attenzione alcuna ai sottili suggerimenti offerti dal terreno stesso. Questi ultimi, ovviamente, non duravano molto. C’erano poi i folli, quelli che si ponevano condizioni impossibili, tetti di tempo o di operazioni totali, che correvano enormi rischi calcolati, alla ricerca di un limite tanto ambiguo quanto statisticamente mortifero.

Fino a che, in una opaca mattina di febbraio dell’anno 2000, gli sminatori, inizializzando la propria attrezzatura, videro attoniti come tutte quelle decine – centinaia!, addirittura, o forse anche migliaia, come qualche sminatore ubriaco si era azzardato a proporre durante una riunione di lavoro - di migliaia di campi minati erano stati sostituiti.

Un miracolo, forse, una congiunzione di influssi astrali che aveva smosso in qualche strana maniera la struttura atomica soggiacente i campi e le mine, una riprogrammazione surrettizia del reale, dovuta a chissà quale direttiva primigenia: tutti i campi minati del mondo erano stati traslitterati in campi fioriti.

E da quel giorno, in un mondo più educato e gentile, più idilliaco e soave, nessuno giocò più con quel programma.


Finfin. Non prima di un’ultima, sconvolgente rivelazione:

e dei soliti:

numeri

1 - 2 - 104 - 0

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