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January 16, 2020

sistemare i segnalibri #17

AAAAHHHHH! Sono Gualtiero Bertoldi, è giovedì anche questa volta (hm, forse dovrei spostare definitivamente il giorno di (pubblicazione?) pubblicazione al giovedì), WWIII averted, Microsoft ha definitivamente sospeso il supporto a Windows 7 (E INDOVINATE UN PO’ COSA GIRA SU QUESTO PC), c’è in giro una nuova app che fa il faceswap nelle gif usando la tecnologia deepfake (sì, questa è una frase di senso compiuto), e a seguire potete godervi i segnalibri da sistemare di questa settimana.


sistemare i segnalibri

  1. No agli F35, sì alla costruzione di un ROBOTTONE - “questa petizione aveva 2848 sostenitori.”

  2. Patterns - le gif più intrippanti che vedrete oggi.

  3. Abortion is green - il più classico Doug Stanhope.

  4. I migliori articoli di sempre - una lista di grandi articoli, da Sinatra has a cold a Fatal distraction, passando per Federer as a religious experience e The falling man.

  5. Bombay tv - creare il vostro film bollywoodiano, con relativi sottotitoli a piacere, non è mai stato così semplice.

  6. Immagini mediche d’altri tempi - un piccolo archivio.

  7. Women in refrigerators - del perché e del percome essere una donna in un fumetto mainstream americano non è quasi mai un bell’affare.

  8. Favino - tutti a parlare di Hammamet, e nessuno che se lo ricordi nella sua migliore interpretazione (altri grandi Dottor Chi furono, ovviamente, Jannacci, Toffolo e Calà).

  9. Macbeth - ambition, deceit, temptation, guilt.

  10. Buttersafe - sorry about that interruption.

  11. 555 - se siete stati degli emo nella prima metà degli anni zero, è probabile che ora apparteniate alla casata degli Harkonnen.

Non hanno funzionato

  • http://www.sorelleditalia.net/

  • http://englishonline.sites.uol.com.br/english/basic.htm


questa volta: canzoni disegnate male

(qua tutto il resto della saga)


il pezzo: I grow old, I grow old [breve]

Ricordo bene il giorno in cui divenni irrimediabilmente vecchio. È stato sabato scorso, l’11 gennaio 2020; come ogni fine quadrimestre, sto facendo un ultimo giro di interrogazioni leggere, su di un argomento preparato in precedenza, per permettere agli alunni di respirare un po’ - provare a tirar su qualche insufficienza, o limare meglio una buona media. Siamo in una prima (tutti nati nel 2005) e ho chiesto loro una presentazione di sè stessi - casa, famiglia, amici, interessi - per vedere se qualcosa è linguisticamente cambiato rispetto alle brevi presentazioni che ognuno di loro aveva imbastito durante la nostra prima lezione insieme, quattro mesi or sono. Sto chiacchierando da qualche minuto con un ragazzo, quando questo mi fa: -During the weekends I go to a swimming pool in Nanto.

E io, sentendomi dentro giovane e simpatico, non posso fare a meno di interromperlo con un: -Ah ah, Nanto, you are already dead.

-What?

-Oh, sorry, you mentioned Nanto, and of course I thought about Rei and Kenshiro.

-Who?

-Kenshiro.

-Scusi prof, ma non capisco.

-Nanto. Di Ken il Guerriero. Hokuto no Ken. L’anime giapponese. Il manga di Buronson e Hara.

Silenzio. Sguardi smarriti. Dopo una decina di secondi una ragazza, probabilmente mossa a pietà, se ne esce con un flebile “ah, sì, forse ho presente”, senza aggiungere altro. Chiedo al ragazzo di continuare, e di raccontarmi cos’altro combina il sabato a Nanto.

Ricordo bene il giorno in cui divenni irreparabilmente vecchio.


Ebbene sì, fine. Eccezion fatta per i:

numeri

1 - 2 - 101 - 0

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