Designabile #07 - Il disaccordo produttivo
Ciao,
la moderna cultura del lavoro attribuisce un valore importante alla nostra capacità di “fare squadra”, cioè saper lavorare in team con qualsiasi tipo di persona. È tra le soft skill più richieste dai manager HR.
Peccato che, in ragione di ciò, si trascura un ingrediente importante del lavoro di gruppo: il disaccordo.
Ian Leslie — autore di Conflicted: How Productive Disagreements Lead to Better Outcomes — in questo articolo su The Atlantic ci spiega come i gruppi di persone che la pensano allo stesso modo tendono a comportarsi come un unico individuo.
Le opinioni di ciascuno tendono quindi a convergere su un unico punto. Un po’ forse per paura del confronto, un po’ perché questo ci fa sentire più a nostro agio.
Leslie nel suo articolo afferma anche che, affinché in un gruppo numeroso di individui si possa attribuire una forma di saggezza, occorrono sia una «diversità» che un’«indipendenza» delle opinioni. Ogni persona deve formulare la propria ipotesi senza conoscere quella delle altre persone.
Diversi esperimenti — come riportato anche in questo articolo su Il Post — hanno provato che i gruppi più saggi sono composti da individui che non sono d’accordo tra loro.
Questo implica impegnarsi in un’attività che, in verità, la maggior parte di noi non fa naturalmente. Lo troviamo stressante, come dimostrano le infinite discussioni tossiche che si sviluppano ad esempio sui social media.
Di conseguenza, siamo tentati di limitare la discussione su questioni controverse a persone che sappiamo saranno già d’accordo con noi e di escludere coloro che la pensano diversamente.
Dobbiamo invece sforzarci di essere meno d’accordo con noi stessi e con il nostro team se vogliamo portare valore in quello che facciamo.
Al prossimo numero 👋
Ciao!
Francesco