Lampi di Cassandra 645/ Abituarsi alla morte nell’IoT, reloaded

(645) — Si, la morte degli oggetti informatici è diventato un fatto comune e ricorrente. UE, per favore, inizia a salvare i cittadini europei!
11 ottobre 2025 — Non c’è voluto molto!
E questa è la vera notizia che giustifica questa esternazione, molto arrabbiata, di quella inguaribile ottimista della vostra profetessa preferita.
La storia si ripete, e lo farà sempre più velocemente. Anche più di quello che ci aspettavamo. Oggi una ripetizione ogni due giorni! Domani molte di più!! Sempre di più!!!
I possessori di un’altro oggetto dell’Internet delle Cose hanno ricevuto l’annuncio ferale. Il loro oggetto sta per morire, ma proprio morire, la casa produttrice stessa usa il termine end-of life, cioè fine vita. Il funerale collettivo è fissato per il 18 febbraio 2026.
“E ti saluto e sono”, ripete ghignando Montalbano (sempre copiando Petronio).
E stavolta morirà non un singolo prodotto, ma tutta una linea di sound bar “intelligenti”. Sono della Bose (si, la Bose!), si tratta della serie SoundTouch
Le sound bar continueranno a funzionare come altoparlanti zombie “lobotomizzati”, con il profilo di riproduzione e gli altri parametri “congelati” per sempre, mentre tutti gli altri setup finiranno nella sempre più grande “zona morta” del cloud
“Te l’avevamo detto — diranno alcuni dei 24 incapaci lettori — dopotutto ogni oggetto informatico diventa inutile o si guasta, spesso anche dopo poco tempo.”
Chi ancora non avesse percepito la sostanza della cosa, magari per problemi di udito, merita la replica della traduzione in termini oggettivi.
Bose, azienda non certo famosa per i prezzi economici, ha venduto un un prodotto consistente in realtà in un servizio funzionante (hardware + software + cloud) a molte persone, “ingannandole” e facendo loro credere di aver comprato un oggetto, che era diventato di loro proprietà.
A propria discrezione, e guidata solo da considerazioni economiche, Bose decide di staccare la spina alla parte cloud, e rende la serie di prodotti poco più che soprammobili, costati da un centinaio fino ad un migliaio di dollari.
In assenza di norme precise riguardo la vendita di oggetti IoT, che impongano una corretta comunicazione di cosa si sta comprando e per quanto funzionerà, gli utenti informaticamente sprovveduti (quasi tutti) sono in balia della aziende, che, lo ricordiamo ancora una volta, sono entità non umane orientate solo al profitto.
Cassandra ha sempre avuto una (moderata) fiducia nelle capacità normative dell’Unione Europea, e per questo, nel suo piccolo, lancia un appello.
“Commissari europei di rilevanza digitale e dotati di qualsiasi patrimonio genetico, per pietà, aiutate i vostri cittadini, e magari, ad essere ottimisti, l’intera umanità.”
“Lo avete fatto altre volte e ci siete riusciti; per questo giustificate la vostra esistenza. Vi ricordate gli alimentatori dei cellulari? I prezzi del roaming telefonico?”
Anche per conto degli incoscienti e dei pigri che stanno zitti e non fanno nulla, Cassandra vi prega!
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