Cassandra Crossing/ Immuni, Matteo e la privacy sottosopra
Cassandra Crossing/ Immuni, Matteo e la privacy sottosopra
Cassandra Crossing/ Immuni, Matteo e la privacy sottosopra

(460) — Matteo Flora riassume Immuni in un ottimo video, ma con una conclusione sorprendente.
6 giugno 2020 — Chi frequenta il vlog di Matteo Flora, l’unico frequentato assiduamente da Cassandra, avrà già avuto il piacere di visionare l’ottimo ed utile video riassuntivo su Immuni. Visionarlo è davvero una mezz’ora spesa bene, e Cassandra lo consiglia a tutti.
Nella parte conclusiva del video si ricorda che il sistema italiano di contact tracing è sostanzialmente non funzionante per carenza di risorse e di reale implementazione, e che l’app non è di nessuna utilità senza di esso.
Si sottolinea anche ripetutamente che l’app è eccezionalmente ben realizzata dal punto di vista informatico, che i sorgenti sono disponibili su Github, che il modello di dati che tenta di implementare è rispettoso della privacy e che gli unici due problemi gravi a riguardo non dipendono dall’app ma dal sistema operativo sottostante e dal lato server.
E quindi che Matteo l’ha installata perché non vede un motivo per non installarla .
Ho dovuto riascoltare per essere sicuro, ma dice proprio cosi’.
Ora, non è intenzione di Cassandra criticare una scelta personale e legittima.
Ci sono valide motivazioni per installare anche un’app che non può raggiungere l’obbiettivo per cui è stata realizzata, come l’utilità di provarla per un addetto ai lavori, per un recensore, per un semplice curioso, per una quantità di altri legittimissimi motivi.
Ma installarla perché “ … non ci sono motivi per non installarla ”?
Che il dio del GDPR mi assista, se c’è , un’applicazione si installa se esiste un motivo per farlo , perché ha un minimo di utilità per l’utente o per gli altri.
Ma non si installa un’applicazione inutile e potenzialmente pericolosa perché “ …non ci sono motivi per non farlo ”.
Dove finisce la minimizzazione dei trattamenti dei dati?
Dove finisce la riduzione dei vettori e della superficie di attacco?
Dove finisce il banale consiglio di non installare cose inutili o potenzialmente dannose?
Non sono davvero riuscito a capire.
E’ certamente del tutto legittimo e comprensibile aderire ad un’iniziativa comunque “ politically correct ” per sostenerla, come pure è legittimo decidere di delegare ad altre persone od allo stato la tutela della propria persona.
Ma questa è una strada lastricata di buone intenzioni che, magari non sempre, magari solo dopo un lungo cammino, conduce direttamente a … sapete bene dove!
E “ sic stantibus rebus ”, da buona paranoica che non vuole riscoprire di essere stata ottimista, Cassandra non la percorrerà.