Cassandra Crossing

Archives
Subscribe
December 16, 2025

Cassandra Crossing 652/ Tecnocontrollo, guerra ed UE

(652) — Da dieci anni il Consiglio Europeo sta cercando di realizzare un tecnocontrollo sociale pervasivo dei propri cittadini in stile intermedio tra USA e Cina. Cosa succederà ora, con anche due guerre alle porte?

16 dicembre 2025 — Vedere un problema ed agire nel proprio piccolo, per quanto possibile, al fine di contrastarlo è di solito abbastanza semplice.

Per opporsi a qualcosa basta percepirne l’ingiustizia, e non è indispensabile capirne le cause profonde (per fortuna), cosa che può essere molto difficile. Ma provarci è comunque utile, anche a costo di dover procedere in maniera parzialmente intuitiva. Del resto, parafrasando Andreotti, “Basta pensar male e probabilmente ci si azzecca”.

Da circa un decennio, prima timidamente poi con grande insistenza, il Consiglio Europeo e la Commissione Europea stanno cercando di realizzare un tecnocontrollo sociale pervasivo dei propri cittadini, fino al massimo livello reso possibile dalle tecnologie digitali.

Per chi non fosse pratico di istituzioni europee, semplificando all'osso il loro funzionamento, si può dire che il Consiglio, formato dai capi degli stato dell’UE, detiene il potere politico e di indirizzo, mentre il potere legislativo (proporre direttive) è nelle mani della Commissione. Il Parlamento Europeo in tutto questo non tocca palla; ha soltanto il ruolo di approvare quanto proposto dalla Commissione; può solo proporne emendamenti, o respingerlo, rifiutandosi di ratificarlo.

Il Parlamento non ha nessun potere legislativo, il suo ruolo è sì necessario ma poco più che formale, sul modello di quello del Presidente della Repubblica Italiana, che può rifiutarsi di firmare una legge approvata dal parlamento e reinviarla alle Camere, ma solo una volta.

In realtà Consiglio e Commissione potrebbero persino legiferare “scavalcando” il Parlamento Europeo, con un meccanismo simile ai Decreti Legge (cosa avvenuta raramente), quindi il ruolo del Parlamento è ancora più ridotto.

Terminato questo brevissimo, rozzo e per forza approssimativo Bignami delle istituzioni e del processo legislativo dell’UE, veniamo al punto.

ChatControl, i suoi parenti ed il Digital Omnibus sono figli fortemente voluti dal Consiglio Europeo, scritti e formalizzati dalla Commissione Europea in modo tale che siano “digeribili” dal Parlamento Europeo senza che scatti l’indignazione dei più.

Sono provvedimenti così liberticidi che persino nelle formulazioni più edulcorate possibili, persino nell'attuale Parlamento Europeo non particolarmente progressista, non sono stati posti in votazione perché, con consultazioni informali si era verificato che il provvedimento sarebbe stato probabilmente respinto.

Su alcuni motivi pratici, e poco idealistici, di questa opposizione non possiamo addentrarci, quindi semplifichiamo ancora, considerando il Parlamento Europeo monoliticamente schierato a difesa dei diritti dei cittadini europei.

La conseguenza è che, fino ad oggi, le suddette direttive proposte dalla Commissione e dal Consiglio non sono mai arrivate sui banchi del Parlamento, e questo per evitare una sconfitta politicamente importante, che avrebbe incrinato il Trilogo, cioè il processo legislativo dell’Unione Europea, che Cassandra ha già descritto a beneficio dei 24 indomiti lettori.

Lo scoppio di due guerre ai confini dell’Europa è stato un momento di svolta nella storia dell’UE; per questo Cassandra lo utilizzerà come spartiacque storico in questo suo (chiamiamolo così) “ragionamento”.

Innanzitutto, poniamoci una domanda di base.

Come mai, ben prima delle due guerre in corso, l’UE, nata istituzionalmente per la tutela della democrazia, del benessere e dei diritti civili dei suoi cittadini, stava già tentando rendere legale un sistema di tecnocontrollo sociale pervasivo, ma ancora inesistente nell’UE, anzi espressamente vietato dalle direttive europee esistenti (vedi GDPR)?

Un tecnocontrollo tecnologicamente ispirato a quello degli Stati Uniti (vedi quando descritto da Snowden) e della Repubblica Popolare Cinese (Grande Firewall, Social scoring, persecuzioni etniche).

E’ pur vero che parti rilevanti, utili per la costruzione di un tecnocontrollo sociale europeo, sono state già realizzate per fini ragionevoli, come ad esempio nel caso di Europol, che da ente di coordinamento tra le polizie degli stati membri, nel 2010 è stata trasformata in un’agenzia UE a tutti gli effetti, dotata di compiti, poteri e strutture informatiche proprie, e che può utilizzare e coordinare le banche dati delle polizie europee, agendo sostanzialmente al di fuori delle garanzie fornite dal GDPR.

Tuttavia l’uso pubblico e generalizzato di tecnologie informatiche al fine di controllare i cittadini europei non ha finora trovato posto (tranne in casi limitati) nel corpus legislativo dell’Unione, dove anzi brillano come gemme alcune direttive che tutelano i diritti digitali fondamentali, quali il GDPR.

Per far passare i primi elementi per il tecnocontrollo, sia a livello UE che degli stati membri, in passato sono stati usati tutti i classici escamotage legislativi; votarli in periodo natalizio, inserirli in direttive che regolano la pesca o gli ascensori, e soprattutto giustificarli con la riproposizione di classiche motivazioni “evergreen” come “Chi proteggerà i bambini”, ovviamente dai pedoterrosatanisti [1] [2].

Fino ad oggi questi tentativi sono sempre stati respinti, grazie soprattutto alle azioni congiunte dell’opinione pubblica e del Parlamento Europeo, e con il contributo di ONG (EDRi, NOYB, ed in piccolo in italia, da PWS ed Hermes).

Ma perché questo accanimento da parte delle istituzioni europee, che sono sì molto burocratiche, ma anche tendenzialmente democratiche e garantiste?

Quale orrendo bisogno primario percepivano, e percepiscono ancora adesso, i vertici dell’Unione Europea, che renda desiderabile, anzi necessario, un tecnocontrollo sociale pervasivo?

A questa domanda Cassandra non ha risposte; tuttavia, anche senza utilizzare le sue capacità profetiche, è in grado di formulare un paio di potesi che spiegherebbero il “bisogno” di un controllo sociale di massa.

La prima ipotesi è che a medio termine, diciamo un decennio, per la stabilità dell’UE venga considerato indispensabile un controllo sociale il più vasto possibile per fronteggiare le conseguenze sociali di crisi economiche dovute all'oramai inevitabile, e noto da tempo, cambiamento climatico, che insieme ad altri fattori provocherà un forte abbassamento del tenore di vita della popolazione, e la necessità di strumenti sia preventivi che repressivi per il controllo della popolazione

La seconda ipotesi è quella che si ritenga il tecnocontrollo pervasivo della popolazione un elemento indispensabile per poter restare un attore geopolitico, una superpotenza almeno di “seconda classe”, ed avere un minimo di potere contrattuale durante le attuali e future transizioni geopolitiche con le 4 superpotenze di prima classe in crescita, in crisi od in disfacimento.

In ambedue i casi, probabilmente, un tale tecnocontrollo sarebbe prima di tutto di tipo attivo, con metodi digitali ormai collaudati tipo Cambridge Analytica, sempre più evoluti e potenti, ma anche di tipo reattivo e digitalmente mirato, quando necessario, a singole persone o gruppi.

Tutte ipotesi estremamente tetre, della quali Cassandra si assume tutte le responsabilità, e che può solo condividerle con voi, sperando che qualcuno più brillante ed informato di lei le smentisca completamente.

Anche in questo caso fortunato, comunque, resta per tutti noi necessario, anzi, imperativo impegnarsi al massimo per contrastare l’evidente ed attuale deriva antidemocratica dell’UE riguardo ai diritti digitali dei suoi cittadini, qualunque ne siano le motivazioni.

E, viste le annunciate tempistiche delle direttive che attuerebbero il Digital Omnibus, di tempo ce ne è veramente poco. Cassandra per cominciare scriverà una letterina di Natale agli eurodeputati, dei cui indirizzi conserva gelosamente l’elenco.

E voi, voi cosa farete?

Scrivere a Cassandra — Twitter/X — Mastodon
Videorubrica “Quattro chiacchiere con Cassandra”
Lo Slog (Static Blog) di Cassandra
L’archivio di Cassandra: scuola, formazione e pensiero

Cassandra per i posteri: l’archivio su Internet Archive

Licenza d’utilizzo: i contenuti di questo articolo, dove non diversamente indicato, sono sotto licenza Creative Commons Attribuzione — Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale (CC BY-SA 4.0), tutte le informazioni di utilizzo del materiale sono disponibili a questo link.

Don't miss what's next. Subscribe to Cassandra Crossing:
Powered by Buttondown, the easiest way to start and grow your newsletter.